E’ RICCO IN OMEGA-3
Una porzione di 30-70 rappresenta un’equilibrata assunzione di acidi grassi polinsaturi Omega-3 ed Omega-6: 100 g di prodotto sono costituiti da circa
30 g di filetti di pesce (pesce azzurro e trota iridea) e contengono in media
600 mg di EPA+DHA, ovvero
un apporto in linea con le raccomandazioni fornite da International Society for the Study of Fatty Acids and Lipids (ISSFAL).
Il
corpo umano è una macchina che
necessita di energia per funzionare al massimo
durante un allenamento o una prestazione sportiva. Bruciando i tre principali macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi), il corpo ottiene energia sotto forma di
ATP, fonte energetica
necessaria indipendentemente dall’intensità dello sforzo fisico. Durante l’attività si verificano
microlesioni tissutali a carico dei muscoli che devono essere necessariamente
riparate, soprattutto
dopo uno sforzo intenso. L’alternanza di “rottura” e “ricostruzione” non è altro che la
base per lo
sviluppo ed il
mantenimento del tono muscolare.
Tra i lipidi, gli acidi grassi polinsaturi
Omega-3 ed
Omega-6 sembrano svolgere un
ruolo fondamentale nel recupero e nel miglioramento delle
performance sportive.
Recenti studi hanno evidenziato un
calo di Omega-3 nel sangue di uno sportivo dopo la prestazione, ed il calo è direttamente proporzionale al carico sviluppato. Tale
deficit di Omega-3 rispetto agli Omega-6, veri e propri precursori di molecole che attivano lo stato infiammatorio,
determina un possibile aumento dell’infiammazione (e di
possibili infortuni)
in quanto dopo uno sforzo intenso diminuiscono i precursori di molecole antinfiammatorie, ovvero gli Omega-3.
Alcuni autori, studiando le caratteristiche alimentari e fisiologiche di alcune popolazioni (Eschimesi, Giapponesi, Lapponi, ecc.), sostengono come un
supplemento nel consumo di pesce favorisca una disponibilità nutrizionale
più equilibrata degli Omega-3 rispetto a quanto avverrebbe ricorrendo ad integratori assunti in via sistemica.
APPORTA PROTEINE
30-70 è pensato per gli sportivi che mirano alla prestazione, ma anche al benessere fisico. Una porzione da 100 g contiene in media 17/18 g di proteine, gran parte di origine animale (considerate di
elevata qualità poiché posseggono gran parte degli aminoacidi essenziali).
Le
proteine svolgono un
ruolo fondamentale sia nella
costruzione che nella
riparazione del
tessuto muscolare stimolato durante un allenamento o una prestazione sportiva.
E’ consigliabile assumerle
2/3 ore prima in un rapporto carboidrati:proteine di 3:1, mentre
dopo l’attività risulta opportuno introdurle nei primi 30/60 minuti e bilanciarle a seconda della
tipologia di sforzo: se trattasi di
sport aerobico (ad es., jogging, nuoto, sci di fondo, ciclismo, calcio, maratona) o di
anaerobico prolungato nel tempo (endurance) vengono privilegiati i carboidrati per reintegrare le riserve di glicogeno rispetto alle proteine (in rapporto 1:2 rispetto ai carboidrati), mentre dopo
sport anaerobici di breve durata (ad es., sollevamento pesi, body building, salto, lancio del peso, ecc.) viene suggerita l’integrazione di 20-25 g di proteine (per stimolare la sintesi proteica muscolare) associata a una bassa quantità di carboidrati.
Come per ogni macronutriente, anche le proteine vanno assunte con
equilibrio, in quanto eventuali abusi possono
determinare effetti negativi sui reni ed influenzare negativamente i livelli di acido urico nel sangue.
APPORTA CARBOIDRATI
30-70 è ideale per l’alimentazione prima e dopo un’attività sportiva. Una porzione da 100 g contiene in media 60/70 g di carboidrati, di cui oltre il 97% complessi ed a basso/medio indice glicemico.
Ciò permette un
innalzamento graduale della glicemia, senza eccessivo sovraccarico gastrointestinale. Inoltre,
il connubio nutrizionale tra carboidrati ed Omega-3 supporta la lipolisi, favorendo l’iniziale ossidazione degli acidi grassi (fonte di maggiore energia per l’organismo) ed inducendo il contemporaneo risparmio di glicogeno muscolare.
I carboidrati forniscono energia all’organismo. Si suddividono in
semplici (a cui appartengono i monosaccaridi come glucosio, fruttosio, galattosio, ed i disaccaridi come saccarosio, lattosio e maltosio) e
complessi (polisaccaridi come l’amido ed il glicogeno):
più sono complessi i carboidrati assunti, più la loro digestione sarà lenta.
Assumere carboidrati complessi 2/3 ore prima di una prestazione sportiva determina un graduale innalzamento della glicemia, soprattutto se assunti nelle
quantità corrette e
non “da soli” (ma abbinati con una fonte proteica e/o di acidi grassi). Ciò
favorirà sia l’ossidazione degli acidi grassi in corso di esercizio fisico, permettendo così un
risparmio del glicogeno muscolare (che quindi risulta disponibile più a lungo durante la prestazione), sia un
contenimento della produzione insulinica (riduzione dell’ipoglicemia reattiva nelle prime fasi della prestazione).
E’ universalmente riconosciuta la correlazione tra quantità di carboidrati assunti e qualità della performance sportiva, soprattutto nelle attività a stress prolungato nel tempo di natura aerobica o anaerobica. Fondamentali sono quindi il
corretto apporto quantitativo ed il
timing di assunzione, sempre considerando come l’assorbimento intestinale dei carboidrati durante l’attività fisica sia limitato (60 g/ora).
Abusi integrativi possono determinare
problemi al tratto gastrointestinale, con susseguente scadimento della prestazione.
PER APPROFONDIRE:
-Arcelli E., Casiraghi E. (2009). L’assunzione di proteine. Scienza & Sport, Luglio-settembre: 90-94.
-Davinelli S., Corbi G., Righetti S., Casiraghi E., Chiappero F., Martegani S., Pina R., De Vivo I., Simopoulos A.P., Scapagnini G. (2019). Relationship Between Distance Run Per Week, Omega-3 Index, and Arachidonic Acid (AA)/Eicosapentaenoic Acid (EPA) Ratio: An Observational Retrospective Study in Non-elite Runners. Frontiers in Physiology, 10: 487.
-Donaldson C.M., Perry T.L., Rose M.C. (2010). Glycemic Index and Endurance Performance. International Journal of Sport Nutrition and Exercise Metabolism, 20: 154-165.
-Gammone M.A., Riccioni G., Parrinello G., D’Orazio N. (2018). Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acids: Benefits and Endpoints in Sport. Nutrients, 11(1): 46.
-Helge J.W., Wu B.J., Willer M., Daugaard J.R., Storlien L.H., Kiens B. (1985). Training affects muscle phospholipid fatty acid composition in humans. Journal of Applied Physiology, 90(2): 670-7.
-Kerksick C.M. (2019). Chapter 38—Requirements of Proteins, Carbohydrates, and Fats for Athletes. Nutrition and Enhanced Sports Performance (Second Edition), Academic Press: 443-459.
-Jenner S.L., Buckley G.L., Belski R., Devlin B.L., Forsyth A.K. (2019). Dietary Intakes of Professional and Semi-Professional Team Sport Athletes Do Not Meet Sport Nutrition Recommendations - A Systematic Literature Review. Nutrients, 11(5).
-Jeukendrup A.E. (2017). Training the gut for athletes. Sports Medicine, 47(1): 101-110.
-Lewis N.A., Daniels D., Calder P.C., Castell L.M., Pedlar C.R. (2020). Are There Benefits from the Use of Fish Oil Supplements in Athletes? A Systematic Review. Advances in Nutrition, 11(5): 1300-1314.
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La testimonianza di Michele Pittacolo
“Conosco e ho inserito la
“Pasta” 30-70 nella mia dieta da circa due anni, e i benefici li ho sentiti fin da subito. Il suo contenuto di
Omega-3,
Proteine e
Fosforo, unito al
basso indice glicemico dei suoi componenti, rappresenta l’ideale per la mia
preparazione atletica. Questa "Pasta" è perfetta pre e post allenamento, anche per la sua
digeribilità. Utilizzo i
Fusilli e i
Sedanini ‘30-70’ come alimento quotidiano, durante i periodi di intensa preparazione per gli appuntamenti più importanti”.
Michele Pittacolo, pluricampione del mondo,
bronzo alle paralimpiadi di Londra 2012 e atleta della nazionale di ciclismo paralimpico, consuma regolarmente ‘30-70’ nella sua preparazione atletica.
Michele è sicuramente il simbolo della
determinazione, della tenacia e della grandissima
forza di volontà, che diventa un esempio da seguire nel ciclismo e nella vita.
Una storia dura ha portato Michele ad affrontare momenti difficili, dai quali ha saputo rialzarsi con una grandissima forza di volontà. Affascinati dalla sua storia abbiamo deciso di
supportarlo verso i prossimi traguardi.
Scopri la storia di Michele
“Sono nato il 5 settembre 1970 a Udine. Ho iniziato l’attività ciclistica nel 1983 con il Velo Club Latisana e dal 1989 sono passato ai dilettanti. Fino al 1995, in sette anni, come dilettante, ho portato a casa 7 vittorie: la più importante in una gara open “dilettanti-professionisti” a Parenzo.
Dal '96 ho iniziato con la mountainbike, collezionando oltre 300 vittorie (in tutto, al momento, le mie vittorie sono oltre 400!!). Nel 2006 ho vinto il Campionato Italiano Strada Master 2.
Poi è successo quello che non avrei mai pensato potesse succedermi: il 12 settembre 2007, mentre ero in allenamento, un gravissimo incidente mi ha stravolto la vita. Settimane di terapia intensiva, ospedali, interventi chirurgici e di cure logoranti che hanno messo alla prova le mie certezze e tutto quello che ormai davo per scontato (anche solo fare una passeggiata o svolgere le attività più semplici).
Adesso, in ricordo di quella giornata, ho una placca di titanio in testa, e la parte destra del cranio ricostruita in resina, grossi problemi alla mano destra, alla spalla sinistra, all’occhio sinistro, difficoltà di equilibrio e nel linguaggio… Grazie alla mia determinazione a non mollare mai e all’aiuto insostituibile di mia moglie, passo dopo passo, ho recuperato forze e, come rinato, ho ripreso a correre… per tutti, ma soprattutto per me, è quasi un miracolo!
A luglio del 2009, dopo le visite di classificazione del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) , divento atleta paralimpico categoria CP4 (paralisi cerebrale) e vinco i primi due tricolori paralimpici su pista. Quindi arriva la convocazione del CT Mario Valentini ai primi ritiri con la Nazionale e poi ai Mondiali di Bogogno (NO), dove vinco 2 titoli mondiali: cronometro e strada. Incredibile!
A novembre dello stesso anno, a Manchester (GB), vinco l’oro mondiale su pista nell’inseguimento individuale, con Record del Mondo, e il bronzo nel km da fermo. Non mi sembrava vero!!
L’anno 2010 continua con il 3° posto ai Mondiali su strada in Canada, con la vittoria della Coppa del Mondo su strada, 3 titoli tricolori (uno su strada e due su pista) e raggiungo il 2° posto nel ranking mondiale.
E la magia continua nel 2011… con il sacrificio e la serietà negli allenamenti, a settembre riconquisto il titolo di Campione del Mondo su strada a Roskilde in Danimarca, poi mi classifico 5° nel mondiale a cronometro, vinco due prove di Coppa del Mondo e la classifica finale su strada, 5 prove di Coppa Europa e 4 titoli italiani (strada, mountainbike e 2 su pista). 1° nel Ranking mondiale … una stagione da incorniciare!
... 6 settembre 2012, arriva finalmente l’appuntamento con il sogno, le Paralimpiadi di Londra: ce l'ho fatta! Sacrificio, allenamenti estenuanti, la concentrazione e la volontà hanno trasformato il sogno in un meraviglioso e travolgente ricordo. Ho tagliato il traguardo terzo: splendida e sofferta medaglia di bronzo …
Partito molto bene nel 2013 con nuove affermazioni internazionali, il 17 agosto di quell'anno è stata un'altra data cruciale per la mia vita. Mi trovavo in ritiro con la Nazionale a Rovere in Abruzzo, con testa e gambe pronte per l'imminente inizio della prova di Coppa del mondo in Canada, e, successivamente, dei Campionati del Mondo di Baie Comeau, dove sarei partito da favorito. Durante uno degli ultimi allenamenti, una rovinosa caduta di gruppo mi ha messo ko, con diagnosi infausta: frattura di tre vertebre, D6, D7, D11.
Sembrava la fine della mia carriera agonistica, ma dopo 33 giorni steso su un letto, fermo, immobile, la mia forza mi ha spinto a nuove sfide. Mi sono dato da fare, ho lavorato duramente e sono ripartito. Di nuovo.
Senza citare il Maestro da Recanati, dopo la tempesta viene il sereno; con me funziona diversamente. Dopo un 2014 esaltante, che mi ha visto iridato nella torrida Greenville in Sud Carolina per la quinta volta, la terza su strada, l'incubo.
Per tutto il 2015 e metà stagione 2016 ho dovuto combattere contro il citomegalovirus, ed è stato un tormento. Mi ha debilitato molto fisicamente e mi ha obbligato sempre a rincorrere una condizione che non arrivava mai.
Ho vinto solo qualche prova di coppa Europa e i campionati italiani in diverse specialità; nelle gare più importanti di coppa del mondo, anche la sfortuna, sotto spoglie di incidenti meccanici, c'ha messo lo zampino.
Poi un lampo, a Bilbao nel luglio 2016 sembrava tutto risolto, ho vinto bene la prova di coppa del mondo e i problemi fisici sembravano un lontano ricordo, uno dei tanti che ho dovuto superare. Invece, la doccia fredda; alle convocazioni per l'Olimpiade di Rio de Janeiro 2016, ero solo la prima riserva. Mi ha decisamente spiazzato, ma non mi sono né fermato né arreso. Anzi.
Con forti motivazioni, nel 2017, ho vinto la prova di coppa del mondo, sulle strade di casa, a Maniago, poi, a un niente dall'ennesima vittoria (bastava solo tagliare il traguardo), a settembre, ai mondiali su strada in Sud Africa, STOP.
Come dico io, “si è spenta la centralina”. Quella testa che negli anni mi ha fatto superare tutti gli incidenti di percorso che la vita mi ha riservato, si è spenta. Basta. Tilt! Non sapevo più dov'ero, non mi rendevo conto di quello che stava accadendo, non mi sono nemmeno accorto di aver sbagliato percorso, me lo ha ricordato poi il CT. Black Out totale, nella gara più importante dell'anno! Bene, no?
Questo, purtroppo, è uno dei problemi legati alla mia disabilità, uno dei tanti problemi con i quali devo confrontarmi ogni giorno, pedalando e non.
Al rientro dal Sud Africa, non stavo bene con me stesso, e ho deciso di rivolgermi al Dipartimento di Medicina Riabilitativa Gervasutta di Udine, dove già ero stato in cura anni fa per il trauma cranico. In quella struttura ho incontrato specialisti meravigliosi, in particolare lo psicologo per i traumi cranici, che ha fatto con me un lavoro strepitoso.
L'obbiettivo era rigenerare Michele come persona e arrivare ai mondiali 2018, che si sarebbero svolti a Maniago, in perfette condizioni fisiche e soprattutto mentali.
È stato un lavoro di costanza e impegno quotidiano; ho dovuto impegnarmi a fare le “ripetute” anche per la mente! Non sarebbe più dovuto succedere quello che era accaduto in Sud Africa, mai più!
La stagione 2018 inizia con la novità di una squadra creata apposta per me; la PittaBike, con il prezioso sostegno di generosi sponsor. Purtroppo, alla prima gara, l'11 marzo, una gran fondo per testare la mia condizione, appena superato il traguardo, ho impattato contro un mezzo in movimento sulla carreggiata: frattura di 8 costole a destra, pneumotorace, trauma cranico e lussazione della spalla destra!
La stagione e anche la mia carriera, avrebbero potuto chiudersi lì, alla prima gara!
Ma pochi mesi dopo ci sarebbero stati i mondiali in Friuli, a Maniago, sulle strade dove mi alleno ogni giorno. Dovevo reagire.
C'è una frase che mi piace ricordare: “non scopri quanto sei forte, fino a quando essere forte non diventa l'unica soluzione”.
Alcuni giorni di ricovero in ospedale a Ferrara, poi il trasferimento al nosocomio di Latisana. Ho fatto dei passi da gigante, sono tornato in bicicletta prima del previsto e a fine maggio ho vinto il campionato italiano crono, nonostante una sofferenza atroce.
Ma ho vinto, e come l'araba fenice, Michele c'è, di nuovo! A luglio c'è la prova di coppa del mondo a Emmen, in Olanda. Sono andato fortissimo a crono, e dopo 7 anni sono di nuovo sul podio, con un bronzo e un argento su strada!
Questi risultati mi hanno dato consapevolezza che avevo lavorato bene ed ero pronto a fare un ottimo mondiale. E così è stato.
5 agosto 2018, Maniago: per la sesta volta campione del mondo, come un falco, in picchiata, nella mia Terra, sulle mie strade, fra la mia gente, nel mio amato Friuli."